Durante il fervore Tiki della metà del Novecento, Victor Bergeron gestiva i suoi movimentati ristoranti a tema polinesiano in California, dove puntava a valorizzare la ricchezza di un Rum giamaicano di alta qualità. Ispirandosi ai sapori isolani, mise a punto una ricetta che fondeva la lieve dolcezza di mandorla dell’orgeat con l’asprezza del lime e un delicato tocco di arancia. Il nome “Mai Tai” deriva dalla frase tahitiana “Maita’i roa ae”, che significa “il migliore”, esclamazione pronunciata dai primi clienti che lo assaggiarono.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il ritorno dei militari e la diffusione di ristoranti esotici spinsero la popolarità dei drink Tiki a base di Rum. Ben presto, il Mai Tai superò i confini dei bar di Trader Vic, comparendo nei menu di tutto il mondo. Nel 1961, la parentesi tropicale di Elvis Presley in Blue Hawaii ne rafforzò ulteriormente la fama nella cultura pop. Nel corso dei decenni successivi, nacquero varianti che talvolta offuscavano la ricetta originale con succhi di frutta o decorazioni esagerate. Eppure, per molti, il vero Mai Tai resta ancorato all’equilibrio fra Rum, lime, Curaçao e orgeat—le basi immutabili dell’eredità Tiki.
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